Secoli di storia, tradizioni contadine, comunità autentiche

Un fazzoletto di terra di origine contadina, che si estende in una valle ricca di ulivi centenari il cui corposo profumo si unisce a quello salmastro del mare ed anticipa, via via che lo si percorre, la serena suggestione di un panorama rurale e marino allo stesso tempo.

La storia millenaria di questo territorio racconta che già i romani, nei primi secoli dopo Cristo, affascinati dalla bellezza dei paesaggi e dalle ricchezze della terra e del mare, realizzarono qui alcuni stabilimenti per la lavorazione del pesce, caratteristiche vasche scavate nella roccia lungo la costa, attraverso le quali veniva ottenuto il “garum”, apprezzata salsa per il condimento degli alimenti. San Vito lo Capo e tutti i territori nei dintorni sono stati per secoli sotto l’amministrazione di Erice, l’antica capitale religiosa degli Elimi. 

Solo alla fine del 1700 il territorio di Castelluzzo e le altre località limitrofe si affrancarono rendendosi via via indipendenti. Alla fine del 1700 il territorio veniva frazionato e suddiviso tra vari proprietari terrieri, che davano inizio alle coltivazioni intensive: carrubo, mandorlo, ulivo, pistacchio, frassino. Il territorio assumeva il nome di Castelluzzo per la presenza di un rudere di un piccolo baglio con le sembianze di un castello. 

La strada principale risale alla fine del 1800, che collega le case sparse su tutta l’area e rende più agevoli i collegamenti con gli altri centri limitrofi. Agli inizi del 1900 il paese conta oltre 500 abitanti, che di dedicano per lo più all’agricoltura, con qualche artigiano. Lo sviluppo demografico procede a fasi alterne, tra le due grandi guerre. Fino al 1950/60, quando inizia un lento spopolamento che si è poi arrestato solo grazie al più recente sviluppo turistico.